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Malware, virus, trojan, firewall, hacker. Tanti termini diversi che causano spesso confusione. Partiamo dal principio: i ransomware sono solo una delle varie tipologie di malware esistenti.
Ma cosa sono i malware? Sono diversi dai virus? Che cos'è "l'attacco ransomware" accaduto di recente alla Regione Lazio?
Entriamo allora un po' più a fondo nel mondo dell'illegalità digitale e della cybersecurity.
I MALWARE
Il termine "malware" deriva dalla combinazione delle parole inglesi "malicious" e "software" (trad. Programma malevolo), e fu coniato nel 1990 dal professore israeliano Yisrael Radai, scomparso pochi anni più tardi. Prima di allora, veniva comunemente utilizzato il termine "virus"; ma i tipi di malware sono numerosi e diversificati, e i virus sono solamente una parte di essi.
I malware, difatti, sono un qualsiasi programma informatico creato per arrecare disturbo ad un sistema, sia questo col fine di provocare danni tangibili o per rubare informazioni. Si tratta solitamente di frammenti di codici di programmazione che vengono inseriti all'interno del codice del dispositivo in utilizzo, compromettendone dunque il funzionamento.
TIPOLOGIE DI MALWARE
Quali sono i malware attualmente conosciuti? Ad oggi, se ne conoscono almeno 20.
Taluni di questi malware sono più noti e diffusi di altri, e alcuni solitamente impiegati per azioni mirate: i virus e i worm per la loro contagiosità, trojan e rootkit per la loro invisibilità, spyware e keylogger comunemente per attacchi finanziari, come furto d'identità e/o di denaro, phishing o ingegneria sociale.
I RANSOMWARE
Secondo una ricerca condotta da Cybersecurity Ventures nel 2020, si calcola che i danni prodotti dal cybercrime raggiungeranno i 6 trilioni di dollari nel 2021, con una stima di 1 attacco ransomware ad attività professionali ogni 11 secondi – dai 40 secondi del 2016. Solamente i ransomware produrranno, nel 2021, danni pari a 20 miliardi di dollari. E stando ai dati raccolti da BlackFog, azienda specializzata in privacy e protezione, gli ambiti più colpiti sono, in ordine: governativo, istruzione, servizi, tecnologia, sanitario, manifatturiero, retail, utilities e arti.
Nel 2015, Ginni Rometty, CEO di International Business Machine Corporation (IBM), affermava che "i dati sono il fenomeno del nostro tempo. Sono la nuova risorsa naturale del mondo. Sono la nuova base su cui poggia il vantaggio competitivo e stanno trasformando ogni professione e ogni industria. Se tutto questo è vero, persino insevitabile, allora il cyber crime, per definizione, è la più grande minaccia ad ogni esercizio, ogni settore e ogni azienda nel mondo".
E un attacco ransomware è davvero qualcosa da cui volersi tutelare. Questo tipo di malware può criptare e bloccare in pochi minuti tutti i dati di un'azienda, rendendone limitato o impossibile l'accesso; un danno che, com'è comprensibile, può rivelarsi enorme, sia in termini economici che in termini di dati sensibili. Basti pensare che nelle linee guida stilate del Comitato Europeo per la Protezione dei Dati ci sono delle specifiche misure tecniche e organizzative da rispettare proprio per la prevenzione da attacchi ransomware.
Ma la Regione Lazio non è di certo l'unico esempio di aziende o istituzioni messe in ginocchio dalle aggressioni digitali. Solo nel 2021 sono stati colpiti Kia Motors America, Toyota, l'Università della California, l'NBA, il Gruppo AXA, il Salvation Army e il recente caso di Kaseya, la nota ditta di produzione software. Il 2 Luglio, a causa di vulnerabilità presenti nel suo sistema, Kaseya è stata vittima di un importante attacco, che potrebbe di conseguenza aver infettato dalle 800 alle 1500 aziende clienti, e che è stato risolto con una patch solo tre settimane più tardi. E secondo il Rapporto Clusit 2020 sulla Sicurezza ICT Italiana, la media di cyberattacchi in Italia durante lo scorso anno è stata di 142 al mese: un numero enorme.
Non aspettate che sia troppo tardi: la prevenzione parte prima di tutto dall'interno!
Per maggiori informazioni, potete contattare i nostri esperti al numero verde 800 222 800 o scrivere in qualsiasi momento all'indirizzo telemar@telemar.it
>> Leggi la seconda parte: Hacker, 4 modi per difendersi dagli attacchi informatici